UN GINO BARTALI POCO CONOSCIUTO

 

Mio nonno ha scelto di stare dalla parte dei più deboli, rischiando la sua vita e quella della sua famiglia per salvare persone che nemmeno conosceva. Lo ha fatto soltanto a fin di bene, senza nessun vantaggio se non quello di conquistarsi un posto in Paradiso

 

(Gioia Bartali, Premessa al libro di Andrea Bartali Gino Bartali, mio papà pg. 79)

  

 

 

 

Cari amici, vorremmo far conoscere, a piccole pennellate, un aspetto di Gino Bartali poco conosciuto, quello del suo animo...

 

Non tutti sanno che Gino Bartali, il grande campione del ciclismo, era un Carmelitano Scalzo Secolare della Comunità OCDS di Firenze S. Paolino.

 

Un uomo che diede grande prova di generosità, coraggio  e altruismo, mettendo a repentaglio la propria vita per salvare quella di tanti ebrei.

 

Oggi, la sua fede eroica e incrollabile emerge nell’indagine che ci auguriamo porterà un giorno alla sua canonizzazione.

 

Per questo motivo periodicamente riporteremo parole o frasi che possano rivelare a noi ed a voi, l’animo di questo uomo che troppo spesso viene ricordato solo per le sue eroiche imprese sportive.

Se qualcuno di voi avesse episodi che lo ricordano sotto questo aspetto, saremmo lieti che ce lo comunicasse scrivendo al nostro indirizzo e-mail:

  

carmelitanicentroitalia@gmail.com

 

 

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Vorrei, a questo punto, dire delle condizioni in cui si riprese a correre nell'immediato dopoguerra. Io avevo messo su un negozietto da ciclista, soprattutto per le riparazioni dei tubolari, che scarseggiavano: facevo il toppinaro cioè mettevo le toppe alle camere d'aria. ... Mi ricordo che alla vigilia del Circuito di Ospedaletti Fausto Coppi ci fece sapere che aveva stabilito di sposarsi: non avevamo i soldi neppure per comprare i fiori. Decidemmo di fargli vincere la corsa: coi soldi dei premi gli facemmo il più bel regalo di nozze.

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 79)

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 Potrà sembrare, alla fine degli anni '70, roba del passato. Ma questa non sarebbe la riscrittura ampliata della mia storia se io non dicessi tutto quello che ho provato, che ho sentito, che ho fatto: per ricostruire una carriera che, nel '45 sembrava definitivamente conclusa. Tra le cose importanti c'è questa mia fede: ingenua, popolare, d'altri tempi, ma fede. Quella che mi ha dato la spinta, assieme ai doveri verso la famiglia, all'orgoglio, al bisogno, per ritentare: ed ecco i primi piazzamenti ...

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 78)

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Qualcuno mi ha spesso preso in giro per i miei pellegrinaggi a Lourdes, o per Santa Teresa. Eppure io, allo stesso modo in cui non ho mai perso l’abitudine di andare a parlare con Giulio al cimitero, mi rivolgevo alla piccola santa, specie quando mi trovavo in momenti di particolare sconforto. Avevo fatto costruire una cappellina a casa mia, e, dopo la vittoria del Tour del 1938, ne avevo fatta fare un’altra a Siena e là avevo portato la mia maglia gialla, in segno di riconoscimento o devozione. A Santa Teresa avevo sempre affidato le mie imprese

 

 

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 77-78)

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Andai al Tour. E finii, dopo il volo pauroso dal ponte, in un torrente d'acqua gelata. Il terrificante Colau della non meno terrificate Grenoble Brianҫon. Dove rischiai per la seconda volta nello stesso anno, di lasciarci le penne. La storia di quel Giro di Francia è la più nota della mia vita

 

(in un'intervista successiva dichiarò che quella volta S. Teresina fece il miracolo e lo salvò)

 

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 37)

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(Malato  dal marzo 1937 al maggio 1937 - il Giro d'Italia)

Presi la terribile polmonite in allenamento... provate a immaginare lo stato di mia madre. A meno di un anno dalla morte di mio fratello Giulio... Il medico era decisamente contrario... (a farlo partecipare al Giro) 

Altre "ragioni" si opponevano a quelle del medico. Ragioni di politica. Ordini del duce... cominciò una campagna diffamatoria contro di me...

Sotto sotto, io davo fastidio perchè ero della Gioventù cattolica e non lo nascondevo affatto. Ero per quei tempi e per quei dirigenti, un uomo troppo libero ....

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 36/37)

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…qualcuno ha conservato giudizi piuttosto negativi sul mio temperamento o carattere: riservato, scontroso, cupo, timido.

Forse sono stato di volta in volta, un po’ tutto questo.

Ma il giudizio che mi è sempre piaciuto di più è stato quello di una vecchia zia che era nata nel 1870, al tempo della Breccia di Porta Pia: mi chiamava “virtuoso”.

 

(Gino Bartali Tutto sbagliato tutto da rifare, pg. 30 rigo 4)

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